L'olio combustibile é una miscela di idrocarburi che si ottiene diluendo un residuo ad alta viscosità con un distillato, detto flussante.
Nelle raffinerie prive d'impianti di conversione il residuo impiegato è quello da distillazione atmosferica, mentre nelle raffinerie più complesse il residuo può essere di vario tipo, per esempio, da distillazione sotto vuoto, secondo la struttura tecnica degli impianti.
Come flussanti possono essere impiegati tagli di prima distillazione come il cherosene o gasoli ottenuti dall'impianto di cracking.
L'impiego prevalente dell'olio combustibile è nella combustione stazionaria per la produzione di vapore per usi industriali o per la generazione di energia elettrica. Un altro impiego molto importante è quello sui grandi motori diesel per la propulsione delle navi o per la produzione di energia elettrica in piccole centrali.
La qualità dell'olio combustibile per usi stazionari è regolamentata a livello nazionale dal DPCM 8 marzo 2002.
In tale decreto, l'olio combustibile è classificato in base alla viscosità ed al contenuto di zolfo.
In base alla viscosità l'O.C. può essere definito come:
fluido, con viscosità compresa tra 3° e 5° Engler a 50 °C
denso, con viscosità > 12° Engler a 50 °C
In base al contenuto di zolfo l'O.C. fluido può essere definito come:
BTZ, con tenore di zolfo < 1% in peso
STZ, con tenore di zolfo < 0,3% in peso
Mentre l'O.C. denso può essere definito come:
ATZ, con tenore di zolfo < 3% in peso
BTZ, con tenore di zolfo < 1% in peso
STZ, con tenore di zolfo < 0,3% in peso
La qualità dell'olio combustibile per uso marina è regolamentata a livello mondiale dalla norma ISO 8217. I vari tipi di bunker si differenziano da un punto di vista normativo generalmente per la sola viscosità. L'Unione Europea pensa di regolamentare una qualità di bunker a minor contenuto di zolfo.