
Le esigenze applicative e quindi di specifica per l'impiego del gasolio nella combustione stazionaria sono meno severe rispetto a quelle per l'autotrazione. Il gasolio per riscaldamento si differenzia infatti dal prodotto per autotrazione per tre <:
1 - Ha un più elevato tenore di zolfo (0,2% vs 0,035%)
2 - E’ più "altobollente" (T95 non indicata vs max 360°C)
3 - Il numero di cetano non è indicato in specifica (autotrazione min 51)
Il gasolio da riscaldamento viene utilizzato come combustibile negli impianti termici. La sua principale caratteristica è l'elevato potere calorifico. Viene sottoposto ad una accisa (imposta che grava sulla produzione del prodotto) diversa rispetto agli altri tipi di gasolio, per questo vene colorato di rosso prima di essere immesso in commercio. Per il gasolio da riscaldamento ogni paese ha la propria specifica. In Italia é in vigore la UNI-CTI 6759, un particolare tipo di gasolio ad elevato punto finale di ebollizione e ad alto tenore di zolfo è impiegato nella trazione navale su motori di media dimensione. Il riferimento contrattuale internazionale per tale gasolio è costituito dalla specifica ISO 8217. È quello destinato ad essere bruciato nelle centrali termiche. Il tipo di applicazione fa sì che le sue caratteristiche (e relativi limiti) che ne definiscono l'idoneità all'uso possono essere diverse da quelle del gasolio per autotrazione. Esso ha infatti caratteristiche differenti; viene ottenuto miscelando appositamente gasolio da prima distillazione, gasolio desolforato e gasolio dewaxato per raggiungere le specifiche richieste. Ha una densità più elevata del gasolio autotrazione e un contenuto di zolfo molto superiore (0,2% in peso pari a 2000 ppm). Deve inoltre rispettare valori minimi di potere calorifico.